Best&Worst // In due notizie internazionali, il meglio e il peggio dal mondo

Best&Worst, le notizie di oggi // Mentre ad Amsterdam esplodono le proteste contro il lockdown, degenerando in scontri con la polizia, a Trieste si attende il “Trieste Film Festival”, per la prima volta completamente in digitale, che porta in Italia il meglio del cinema dell’Europa Centro Orientale.

Trieste Film Festival: tra mille difficoltà dovute alla pandemia, il meglio del cinema dell’Europa Centro Orientale

Si tratta di un appuntamento di rilevanza internazionale quello del Trieste Film Festival, la cui missione è quella di portare in Italia il meglio del cinema dell’Est Europa.

Rimandato il focus sul trentennale delle guerre balcaniche

Siamo ormai giunti alla trentaduesima edizione di questo festival.

Quella del 2021 sarebbe dovuta essere un’edizione dedicata al ricordo delle guerre balcaniche, avvenute ormai trent’anni fa, ma per via della situazione derivante dalla pandemia mondiale gli organizzatori si sono visti costretti a rimandare questa tematica.

Dichiarano a tal riguardo i direttori artistici:

Il focus sul trentennale delle guerre balcaniche (1991/2021) è un progetto a cui stavamo lavorando da anni.

La pandemia ci ha costretti a posticiparlo, perché di molti dei film che avremmo voluto proporre esistono soltanto le copie in 35mm, impossibili da “proiettare” in un festival online.

L’appuntamento è dunque rimandato (speriamo già in primavera), ma ci sembrava doveroso che a un anniversario così importante fossero dedicati due momenti “simbolici” come l’apertura e la chiusura.

Il Festival nel dettaglio

Il Festival, che può vantare la regia di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo, si svolgerà dal 21 al 30 Gennaio, esclusivamente in digitale.

Acquistando i biglietti del festival saranno disponibili, per 72 ore a partire dalla prima trasmissione, 29 lungometraggi, 19 documentari, 16 cortometraggi e 25 eventi collaterali. Aprirà il Festival la pellicola Underground, di Emir Kusturica; Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos chiuderà invece l’evento.

Fulcro del festival saranno i tre concorsi dedicati ai lungometraggi, ai cortometraggi e ai documentari. In concorso per la prima categoria ci sono ben dodici film, di cui è possibile leggere, sul sito ufficiale legato all’evento, cast e trama. Tutti i film saranno sottotitolati in italiano e in inglese.

I Lungometraggi in concorso

  • Father, di Srdan Golubović – In una cittadina serba, Nikola, lavoratore alla giornata e padre di due figli, è costretto dai servizi sociali a rinunciare a loro dopo che la povertà e la fame hanno portato la moglie a commettere un atto disperato. Fino a quando non riuscirà a provvedere in maniera adeguata al loro mantenimento, i bambini saranno dati in affidamento. Nonostante gli sforzi e i numerosi ricorsi di Nikola, il responsabile dei servizi sociali non consente ai bambini di fare ritorno in famiglia e la situazione appare disperata. Quando però Nikola scopre che gli amministratori locali potrebbero essere corrotti, decide di attraversare tutta la Serbia a piedi per presentare il proprio caso direttamente a Belgrado.
    Father è stato presentato in anteprima nella sezione “Panorama” della Berlinale 2020, dove ha vinto il Premio del pubblico.
  • Andromeda Galaxy di More Raça – Kosovo 2019, la corruzione e la disoccupazione non permettono a Shpëtim di trovare un lavoro. Le cose si complicano quando l’orfanotrofio rimanda sua figlia a vivere con lui, ma lui non ha una casa. Dopo innumerevoli difficoltà,   decide di tentare il tutto per tutto per pagare per sé e per la figlia un viaggio verso la Germania, in cerca di una vita migliore.
    Andromeda Galaxy è stato presentato in anteprima in concorso al Sarajevo Film Festival 2020.
  • Exil di Visar Morina – Xhafer, un ingegnere farmaceutico di 45 anni originario del Kosovo e che vive in Germania, si sente vittima di discriminazione e bullismo sul posto di lavoro per ragioni etniche . Quando Xhafer trova un ratto morto appeso al cancello di casa, è convinto che i colleghi razzisti ne siano responsabili. Ogni fatto, parola e gesto rinforzano i suoi sospetti. Il suo malessere cresce di giorno in giorno. La moglie Nora, tedesca, è stanca di sentirlo parlare di questioni razziali. Forse i colleghi semplicemente non lo apprezzano? O c’è altro dietro la loro ostilità? Tutto questo è solo nella sua mente o è reale?
    Miglior film al’ultimo festival di Sarajevo.
  • I Never Cry di Piotr Domalewski – Ola è un’adolescente schietta e coraggiosa. Aiuta la madre a prendersi cura del fratello disabile, mentre il padre lavora in un cantiere edile a Dublino. Ha promesso a Ola un’auto per il suo diciottesimo compleanno. Ola vuole diventare una taxista per aiutare la famiglia. È molto appassionata di macchine, ma viene sempre bocciata all’esame di guida. Quando suo padre muore in un tragico incidente sul lavoro, va in Irlanda da sola per riportare il suo corpo in Polonia. Ma una volta arrivata lì, si rende conto che non sarà un compito facile.
    I Never Cry è stato presentato in anteprima al Festival di San Sebastian 2020.
  • A Frenchman di Andrej Smirnov – Nel 1957 lo studente francese Pierre Durand giunge a Mosca per un tirocinio all’Università di Stato, e fa la conoscenza della ballerina Kira Galkina e del fotografo Valera Uspenskij. Insieme esplorano la vita culturale di Mosca, non solo quella ufficiale, ma anche quella degli ambienti underground. Durante il suo anno nella capitale russa Pierre vive una vita completamente diversa da quella a cui era abituato prima di allora. Ma il tirocinio e l’esperienza di vita sovietica non sono le sole ragioni del suo viaggio. Pierre sta cercando suo padre, l’ufficiale bianco Tatiščev, arrestato negli anni Trenta.
    A Frenchman è stato presentato all’ultimo festival internazionale di Rotterdam.
  •  In the Dusk di Šarūnas Bartas – Lituania, 1948. La guerra è terminata, ma il paese è in macerie. Il diciannovenne Untė fa parte del movimento partigiano che resiste all’occupazione sovietica. Non combattono ad armi pari, ma questa lotta disperata determinerà le sorti di tutta la popolazione. Nell’età in cui si scopre la vita, Untė conosce la violenza e il tradimento. Le linee si confondono tra la passione bruciante della giovinezza e la causa per la quale sta combattendo. Si impegna con tutto se stesso, anche se questo significa perdere l’innocenza…
    In the Dusk fa parte della selezione ufficiale di Cannes 2020 ed è stato presentato in anteprima all’ultimo Festival Internazionale di San Sebastian.
  • Pari di Siamak Etemadi – Babak, uno studente iraniano in Grecia, non si presenta in aeroporto per accogliere i genitori in visita ad Atene. Pari e l’anziano marito, entrambi devoti musulmani, all’estero per la prima volta, sono impreparati a cercare il figlio in un ambiente estraneo e che li intimidisce. Gli sforzi per trovare degli indizi si rivelano vani e si trovano ben presto in un vicolo cieco. Ma Pari non rinuncia, sebbene tornare in Iran si prospetti come l’unica scelta ragionevole. Seguendo i passi del figlio ribelle negli angoli più bui della città, attingerà alla sua forza interiore per ottenere più di quanto avrebbe fatto una madre sulle tracce di un figlio scomparso.
    Presentato in anteprima nella sezione “Panorama” della Berlinale 2020.
  • The Campaign di Marian Crișan – Viorel, un conducente di trattore onesto e di poche parole di una cittadina della Romania occidentale, incontra Mocanu, un politico di alto profilo in campagna elettorale per un seggio al Parlamento europeo. La sua auto si rompe e Viorel e sua moglie accolgono il politico nella loro modesta abitazione. Indagato per corruzione, Mocanu intravede un’opportunità e decide di prolungare la permanenza presso questa semplice famiglia per il resto della campagna elettorale, per conquistare gli elettori atteggiandosi a uomo comune in compagnia di un “vecchio amico”, un onesto contadino e gran lavoratore. Viorel, in cambio, riceverà un nuovo trattore.
  • My Morning Laughter di Marko Đorđević – Dejan ha quasi 30 anni ed è ancora vergine. Si sforza di calmare il caos emotivo dentro di sé – dovuto in gran parte alla convivenza sotto lo stesso tetto con un padre spesso ubriaco e una madre iperprotettiva – per vedere se la sua amicizia con Kaća, una ragazza con cui lavora, può trasformarsi in altro. Dopo l’umiliazione subita durante una seduta con un sensitivo del luogo, Dejan realizza che non ha nulla da perdere. Incoraggiato da questa scoperta, cerca per rendere la propria vita almeno sopportabile.
    My Morning Laughter è stato presentato ai festival di Rotterdam e Sarajevo.
  • Sweat di Magnus von Horn – Sweat ritrae tre giorni della vita di Sylwia Zając, una motivatrice del fitness di 30 anni che vive a Varsavia ed è diventata una celebrità grazie a un uso sfrenato dei social media. Si è fatta da sé ed è una gran lavoratrice, da una parte mantiene il proprio corpo in splendida forma e dall’altra ispira migliaia di persone a fare lo stesso. Quando un post su Instagram nel quale confessa di sentirsi sola diventa virale, uno stalker si presenta fuori dal suo appartamento. Sylwia tenta di ignorarlo concentrandosi sui molti impegni, ma quando le manifestazioni della sua presenza diventano via via più pesanti, trova difficile restare positiva e continuare a sorridere.
    Sweat è fra i titoli della selezione ufficiale di Cannes 2020.
  • So She Doesn’t Live  di Faruk Lončarević – Un giorno qualunque nella provincia bosniaca dalla quale Aida cerca di emanciparsi. Dopo la rottura con il fidanzato, il violento Kerim, inizia una relazione con un uomo più anziano. Nel frattempo Kerim, inasprito dalla fine della relazione, trascorre del tempo con il giovane e ingenuo amico Suad. Irrequieti e intrappolati in una città troppo piccola, devono trovare qualcosa da fare. Aida incontra Kerim per discutere e risolvere la situazione. E mentre la donna pensa che presto sarà tutto finito, dovrà invece affrontare l’inevitabile.
    Il film si basa su un evento realmente accaduto, il più efferato caso di omicidio della Bosnia post-bellica.
  • Fear di Ivaylo Hristov – Svetla è una vedova che ha recentemente perso il lavoro come insegnante. Il villaggio in cui vive si trova sul confine tra Bulgaria e Turchia e spesso si vedono passare dei profughi. Un giorno, mentre è a caccia nella foresta, Svetla incontra un migrante africano. Come cittadina rispettosa della legge, porta l’immigrato clandestino alla stazione di guardia della frontiera, ma le viene detto di arrangiarsi da sola – ci sono così tanti profughi e non c’è nessun posto dove ospitarli. Così Svetla decide di accogliere in casa l’uomo. Questo porta la sua vita a una svolta drammatica. È costretta a mettersi contro tutte le persone con cui ha vissuto fino a quel momento, che esigono che il rifugiato di colore lasci immediatamente il villaggio.
    Miglior film al Golden Rose Bulgarian Feature Film Festival di Varna, dove è stato presentato in anteprima, e Miglior Film Black Nights IFF di Tallin.

Amsterdam: esplodono proteste anti-lockdown che degenerano in violenti scontri con la polizia

Sono circa un centinaio le persone arrestate nelle scorse ore ad Amsterdam, dove le proteste contro le misure anti-covid imposte dal governo danese sono rapidamente degenerate nella violenza.

Alcuni manifestanti, infatti, al grido di “Libertà!” e di “Dittatura!” si sono scagliate contro la polizia lanciando pietre e facendo esplodere fuochi d’artificio. Le forze dell’ordine sono dovute ricorrere all’uso di idranti per disperdere la folla, dopo ore di tafferugli.

La protesta

Alla protesta, che non era stata autorizzata, hanno partecipato cinquemila persone.

I manifestanti, in larga parte sprovvisti di mascherine, si sono riuniti nei pressi del Museo di Van Gogh. Quando la polizia ha chiesto loro di interrompere la protesta, i partecipanti hanno fatto esplodere alcuni fuochi d’artificio, dando inizio a un’escalation di violenza.

La polizia è riuscita a disperdere la folla solo dopo l’intervento di agenti a cavallo e in seguito all’uso degli idranti.

Analogie con gli USA

Sono molte le analogie tra questa insurrezione e quella, di cui abbiamo diffusamente parlato, avvenuta il 6 Gennaio negli Stati Uniti, quando un gruppo di sostenitori di Trump ha fatto irruzione nel Campidoglio.

Hans Nijenhuis, giornalista olandese, a tal riguardo ha infatti dichiarato che

Queste persone [i manifestanti violenti N.d.R.] vivono una loro verità, con le loro specifiche notizie e realtà. Come abbiamo visto da ciò che è avvenuto negli Stati Uniti, non possiamo semplicemente ignorare il loro malcontento.

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