Caivano Arzano

Alta tensione tra la criminalità frattese e il parco verde di Caivano, la scoperta nelle intercettazioni

L’area nord di Napoli rischia di trasformarsi in un vera e propria polveriera con la criminalità frammentata e in cerca di nuovi equilibri. Lo scenario emerso dalle intercettazioni della Direzione Distrettuale Antimafia è quello di forte tensione tra la criminalità che insiste su Frattaminore e Frattamaggiore e il parco verde di Caivano.

Ovviamente, l’oggetto del contendere è lo spaccio di stupefacenti. Questa nuova situazione è venuta a galla durante le intercettazioni che poi hanno portato agli arresti dei giorni scorsi a Frattaminore.

Come riporta Fan Page.it, l’intercettazione è della sera del 13 marzo, i dialoghi sono stati captati in ambientale a casa di Pasquale Landolfo, individuato dagli inquirenti come capo del gruppo criminale. È la sera in cui in quell’abitazione si parla di organizzare un raid intimidatorio contro due persone ritenute vicine al clan rivale, che si sarebbero rese responsabili di una stesa nel mese precedente.

Esposito Assunta parla con Antonio Martino (entrambi tra i destinatari del provvedimento di fermo). Lei racconta che pochi giorni prima, l’8 marzo, dopo una perquisizione da parte delle forze dell’ordine, si erano presentate due persone legate al clan Ciccarelli del Parco Verde di Caivano per intimare a Landolfo di acquistare da loro gli stupefacenti. Motivo del contendere, sarebbe una piazza di spaccio di crack gestita da Francesca Cipolletti (anche lei destinataria del fermo) e sulla quale il cartello di Caivano vorrebbe mettere le mani.

Il problema col Parco Verde – dice Martino – lo tengono loro con noi e non noi con loro“. Poi aggiunge: “Lo sai che facciamo, con Arzano scendiamo e buttiamo il parco a terra“. “Da tale affermazione – rileva l’Antimafia nel provvedimento di fermo – si evince l’intenzione del gruppo di allearsi con il clan di Arzano e di dichiarare guerra ai cartelli del Parco Verde”.

Edilizia San Bernandin Frattamaggiore