Arriva il “registro di genere”: cos’è?
di Saveria Russo – Facciamo un breve salto a Milano dove il 17 maggio è stato approvato il Registro di genere.
Il pride month è giunto al termine, ma i pride nelle più grandi piazze italiane (e non solo), continueranno fino ad ottobre. Accanto a queste manifestazioni, stanno venendo alla luce piccole innovazioni che poi tante piccole non sono.
Cos’è il registro di genere?
Questo registro permetterà ai cittadini transgender milanesi di avere documenti di riconoscimento di competenza del Comune (quindi abbonamento ATM, tessere delle biblioteche, badge e vari documenti di lavoro) che riportino il nome da loro scelto e non più il nome anagrafico (il cosiddetto deadname).
Ma questa mozione approvato non si ferma solo al Registro di genere. Infatti prevede misure per rendere effettivo il diritto di voto delle persone transgender che, a causa del problema dei seggi elettorali suddivisi in base al sesso, spesso non esercitano il loro diritto al voto per evitare situazioni di imbarazzo.
Cosa cambia? D’ora in poi, per ottenere i documenti con il nome scelto, per i cittadini transgender sarà quindi sufficiente fare una dichiarazione davanti a un ufficiale di stato civile.
Ma tutto questo non si ferma solo a Milano
Si, Milano è stato il primo comune ad approvare questa mozione, ma non è l’unico comune a voler fare qualcosa.
Infatti le città di Bologna, Roma, Venezia, Padova e tanti altri piccoli comuni presenteranno mozioni per l’istituzione del Registro di Genere, registro approvato a Milano grazie a Monica J. Romano, prima storica consigliera transgender della città e ideatrice del registro.
“Felice che la mia proposta abbia riscosso grande interesse in tanti comuni d’Italia.”
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