Di Tiziano Papagni-
C’è un filo rosso che accomuna le proteste in corso in Iran alle tante piazze organizzate e riempite dai movimenti e associazioni femministi nostrani.
C’è una generazione di ragazze che non è più disposta al compromesso e fare passi indietro sui diritti e libertà.
C’è una generazione che vuole prendere parola e non è più disposta a delegare. Che non ha paura di pretendere dignità, anche al costo di rischiare.
È esattamente quello che stanno facendo le migliaia di donne in piazza, da Teheran alle periferie. Mahsa Amini ha scoperchiato il vaso di pandora, dalla guerra all’occidentalizzazione di Khomeini a oggi. Sono anni che si discute dell’obbligo del velo – l’Iran è l’unico
Paese, insieme all’Afghanistan, dove il suo utilizzo è previsto per legge – non da ultimo – con la proposta del referendum nel 2019 per l’abrogazione della norma.
È bene tenere a mente, che in questa partita siamo tutte sorelle e fratelli. E noi continueremo a scendere in piazza al loro fianco perché, Mahsa, diventi simbolo di resistenza e rivoluzione contro un sistema patriarcale trasversale e oppressivo. Niente e nessuno puó tarpare le ali della libertà.
Continueremo a scendere in piazza affinché ciascuno abbia il diritto di professare la propria religione nelle modalità che ritiene più opportune.
Affinché a nessuna/o sia negata la libertà del vento tra i capelli, il vento della dignità; della vita.
Vicini alla nostra connazionale, Alessia Piperno, e alla sua famiglia affinché venga presto liberata dalle carceri iraniane.
Questo coraggio sia l’inizio di una forza, che porre fine a questa violenza .