Quando Chiesa e Politica s’incontrano e si riconoscono nei Valori

di Biagio Fusco

Quando Chiesa e Politica s’incontrano nello spazio della condivisione di un apprezzabile quadro valoriale, che, posto alla base di ogni importante scelta d’indirizzo, presiede alle linee di comportamento umano ispirato al senso di responsabilità ed al sacrificio che comporta lo spirito di servizio, allora ne nasce la convinzione che forse non tutto è andato perduto e che esiste ancora la speranza di veder il germoglio di una giovane classe dirigente, affascinata ed illuminata dall’esempio illustre che vive nel passato. Eh sì, perché è accaduto proprio questo. Papa Bergoglio ha insignito il nostro Capo dello Stato, Sergio Mattarella, di un prestigiosissimo riconoscimento internazionale, il premio intitolato a Papa Paolo VI. Ed il Sommo Pontefice gli consegna l’ambita gratificazione, lì alla Sala Clementina, identificandolo come un autentico “ Maestro di servizio e responsabilità ”; un gradito onore, questo, al quale senza indugio non è mancato il seguito di una replica, altrettanto degna di nota e comunque proporzionata ad un animo permeato di rinomata generosità, da parte del Presidente della Repubblica Italiana, che ha immediatamente chiesto all’Istituto Paolo VI di Brescia di destinare la somma collegata alla comunità Giovanni XXIII, presente in Romagna, in segno di sensibile vicinanza e concreto aiuto ad una popolazione messa a durissima prova dalle devastazioni della recente alluvione.“ Sono lieto, Signor Presidente, di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, un maestro semplice, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità “, così Francesco si rivolge a Mattarella, che gli risponde con la sua proverbiale, garbata sapienza, illustrando il significato etico che impregna questo elogio papale, il quale punta dritto ad evidenziare un modello di condotta sociale, sorretta dall’impegno zelante da profondere umilmente nelle Istituzioni e nel comune vivere civile. Tutto ciò – precisa l’Inquilino del Quirinale – ha una corrispondenza perfetta con la visione di cui era dotato Papa Paolo VI, che con i suoi insegnamenti e le sue opere ha inteso tracciare un solco di speranza per il futuro dell’umanità. Ma per chi ha responsabilità e prerogative di governo l’esempio del dovere compiuto si costruisce anche e soprattutto nella legalità, un valore supremo che consacra alla memoria perenne quanti ne hanno incarnato la necessità di lotta, che esso impone a ciascuno di noi, giungendo al sacrificio della propria stessa esistenza in nome della giustizia. Papa Bergoglio, in alcuni passaggi salienti del suo discorso, laddove tocca il tema della legalità nell’ottica politica dell’attività del singolo che si distingue per la dedizione al bene comune, non si esime da citazioni doverose quanto nobili ed insigni, come quelle rivolte con viva commozione alle vittime della strage di Capaci, la cui trentennale ricorrenza è intervenuta pochi giorni fa, ed al fratello del Presidente della Repubblica, l’indimenticato Piersanti Mattarella, anch’egli assassinato nel 1980 da Cosa Nostra nel mentre svolgeva il suo mandato politico in qualità di Presidente della Regione Sicilia. “ La responsabilità chiama ciascuno ad andare contro – corrente rispetto al clima di disfattismo e lamentela, per sentire proprie le necessità altrui e riscoprire sé stessi come parti insostituibili dell’unico tessuto sociale e umano a cui tutti apparteniamo “. La riflessione del Pontefice è ampia ma si connota per una sua intima coerenza, poichè ad un’attenta valutazione delle sue implicazioni morali e sociali ci si accorge di quanto saggia, abile e ponderata sia la meditazione di un uomo in grado di coniugare insieme virtù eroiche come legalità, memoria, lotta, impegno, umiltà e determinazione, e di proiettarle tutte in quell’unica direzione che conduce alla passione per il bene comune sotto l’egida dei principi cristiani. Eppure, sappiamo bene quanto ciò non sia facile e come la tentazione diffusa, in ogni tempo, anche nei migliori sistemi politici, sia di servirsi dell’autorità anziché di servire attraverso l’autorità. “ La Politica è servizio, ricorda Francesco, ed in chi non si rivede un celebre antesignano se non nella figura di Papa Paolo VI a cui è dedicato il premio ? Colui che seppe offrire un contributo inimitabile, per lungimiranza del pensiero e profondità del ragionamento, alla chiesa cristiana del mondo intero, collocando in un’unica idea ma partendo da differenti punti di osservazione gli elementi ineludibili di cui dovrebbe essere composta la natura umana, e cioè fede, dignità, libertà e pace. Mattarella conclude con un dolce amarcord, che gli riporta alla mente gli anni della sua prima giovinezza, in cui frequentava l’azione cattolica presso la diocesi di Roma ed il futuro Papa Paolo VI si trovava lì come suo vescovo.