Le recenti polemiche sul premio conferito al rapper Geolier da parte del Comune di Napoli hanno scatenato una vivace discussione nella città partenopea. Le parole taglienti pronunciate da Franco Cutolo, padre del giovane musicista Giovanbattista Cutolo tragicamente scomparso lo scorso agosto, hanno aggiunto un ulteriore capitolo di controversia alla premiazione avvenuta nella sontuosa cornice della sala dei Baroni del Maschio Angioino.
Franco Cutolo, regista e padre in lutto, ha espresso il suo disappunto attraverso un post su Facebook e successivamente in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Agi. “Mi vergogno che si omaggi questo tipo di rappresentazione. Lo dico da napoletano e da artista”, ha dichiarato con franchezza, sottolineando la sua delusione per la scelta di premiare Geolier.
Le critiche del padre di GiòGiò si concentrano sulla presunta “impresentabilità” del rapper e sulla sua “mancanza di cultura e preparazione”. Franco Cutolo non risparmia parole nette, definendo la cerimonia una “farsa” e accusando Geolier di essere un “ragazzo fortunato” spinto dalla macchina mediatica e pubblicitaria, capace di intercettare il mood dei giovani senza giustificare, secondo lui, la sua carenza di cultura e preparazione.
La questione si fa ancora più personale quando Franco Cutolo collega Geolier al brutale assassinio del figlio Giovanbattista, definendo il rapper uno dei “miti dell’assassino di mio figlio”. Nonostante la partecipazione di Geolier ai funerali di GiòGiò e il suo appello di condanna per il delitto, Cutolo lo accusa di rappresentare una retorica vuota, sottolineando che “quel che conta è quello che rappresenta”.
Franco Cutolo ha concluso il suo sfogo sottolineando di non parlare per classismo né disprezzo delle periferie, ma piuttosto per una questione di vergogna nei confronti di una rappresentazione che ritiene inaccettabile, e non solo perché è il padre di GiòGiò, ma anche come napoletano e artista. La controversia attorno al premio conferito a Geolier continua a dividere l’opinione pubblica a Napoli, sollevando interrogativi sul valore della cultura e della preparazione nell’ambito delle premiazioni artistiche.