Rissa tra Lotito e Marotta. In Lega aria pesantissima

di Luigi Manzo – ROMA – Lotito e Marotta vengono alle mani durante una riunione in lega.

È tempo di campagne elettorali, in vista delle politiche di marzo. L’aria che si respira è bella elettrica.
Una situazione molto simile è andata in scena in Lega Calcio, durante l’assemblea dei club che si sono ritrovati per trovare un accordo sulla presidenza. Riunione che si è risolta con un nulla di fatto; ma non è mancato il colpo di scena. Giuseppe Marotta, direttore generale della Juventus e Claudio Lotito, presidente della Lazio, hanno avuto uno scontro, prima verbale e poi fisico.

Qua so’ tutti impiegati” – queste le parole del numero uno biancoceleste rivolte all’ad della Juventus.  Marotta avrebbe reagito, costringendo gli altri partecipanti all’assemblea ad intervenire per dividerli e scongiurare una rissa.

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Pensare che non ci possa essere situazione più ingarbugliata della politica italiana, è errore grave. Lo scenario politico della Serie A contende alla grande questo primato. Lunedì sono previste le elezioni federali, dove scadrà il mandato di Tavecchio. L’ormai ex presidente della FIGC si è difeso dalle accuse del presidente del Coni Malagò, facendo il bilancio dei suoi 9 mesi da commissario. La Lega ha rinviato nuovamente il rinnovo della governance e ha chiesto approfondimenti legali sulla modifica dei quorum pretesa dal Coni.

Come riporta il Corriere dello Sport, 10 club (ossia il 6% del peso elettorale) hanno incontrato due dei candidati alla presidenza della Figc, Gravina e Tommasi, impegnandosi a far convergere i loro voti sul presidente della Lega Pro (17%) e invitando quello dell’Assocalciatori (20%) a fare sintesi e creare una coalizione da circa il 55% con anche allenatori (10%), arbitri (2%) e alcuni club di B.
Tommasi per ora resta in corsa, convinto di avere più voti di Gravina con Aic, allenatori e arbitri, e di potersela giocare contro il terzo candidato, Sibilia, il n.1 della Lnd (34%), sostenuto dal resto dei club di A e B. Al momento nessuno avrebbe la maggioranza del 75% per fare le riforme, e lo scenario più probabile resta quello di un doppio commissariamento, della Figc e della Lega.