Carlo Ancelotti, el hombre vertical

Diciamoci la verità, Carlo Ancelotti ci ha raggirati un po’ tutti. Mentre il caos si diffondeva per l’intera città lo sguardo sornione dello stratega emiliano ne approfittava per affinare le sue schematiche di gioco.

Precedendo il tutto già in sala conferenza, con piccole e ammiccanti allusioni in un pre-partita che già ardeva di fiamme e fuoco, per poi preparare quei 20 minuti di cui tanto si ‘bea’ nel dopo gara.

20 minuti, certo, come no. Vogliamo berci anche quest’altra favoletta? E pensare che c’era ancora qualcuno che pensava davvero al timido e accondiscendente leader. Filo societario sì, ma il campo non si tocca per Mister Ancelotti.

“Il marchio di fabbrica sarà quello che questi calciatori hanno imparato in questi tre anni”.

E ancora “La filosofia del calcio espresso resterà quella impressa” e infiniti bla bla bla.

Beh, a queste belle frasi potremmo aggiungerci anche un bel “Magari ci caschi”. Vero Carlo?

La partita di sabato pomeriggio ha constatato ancor di più il plasmare a tua immagine e somiglianza questa squadra. Lo stai facendo in maniera silente, sottobanco, senza badare ai se e ai ma. Con i tuoi occhi fissi sul percorso che avevi già delineato. Con il tuo modo di vedere il calcio al di là delle congetture. Di chi disfa a suo piacimento e cambia regole e contenuti. Un Lorenzo Insigne così multiforme non lo avevamo mai ammirato. Per non parlare della disinvoltura con cui si è addentrato nel suo nuovo ruolo. Adesso potremo ammirare un leader non solo carismatico, ma poliedrico e imprevedibile.

Una squadra camaleontica, in grado di allinearsi alle moderne dinamiche del calcio attuale. Modulo? No grazie, non ci casco. Perché l’identità che vuoi apportare non è lapalissiana, bensì pirandelliana. Perché magari drammatica ai nostri occhi, nel vedere Lorenzo al centro dell’attacco Hamsik in regia e Zielinski che funge da esterno. Ma c’è opulenza nella tua narrazione. Adesso riusciamo ad intendere la tua perspicacia e scaltrezza. Un pressing che sale di quota ogni settimana che passa, ma ciò che conta è che la vittoria avuta con la Fiorentina rappresenta il fulcro del tuo calcio. Un hombre vertical che si manifesta dai piedi di Marek Hamsik fino al taglio di Lorenzo Insigne. Ma la meraviglia si manifesta nella sua terra di mezzo: il tocco magico di Arek Milik. Un assist geniale con tanto di bacio accademico, il quale non può che dare morale al colosso polacco.

Mister, il tuo sguardo arcigno mostra fierezza e convinzione; sapiente dei propri mezzi e pronto ad indossare l’abito migliore qualunque sia la cerimonia da presenziare. Ma che al tempo stesso mostrano gli artigli della tigre. Quelli che abbiamo sentito nello scuotere i ragazzi nella prima frazione di gioco contro i toscani. Quelli che non esponi in ogni dove, ma che mantieni nella tua capiente stiva ed estrai al momento giusto. Naviga tranquillo Mister, è giunta l’ora di remare tutti insieme appassionatamente.