Tommaso Russo casoria killer

Tommaso Russo, il presunto killer di Antimo Giarnieri

Il nome di Tommaso Russo è balzato agli onori delle cronache lo scorso mese di febbraio, quando fu vittima di un agguato in piazza Cirillo a Casoria.

Già in quella occasione ci occupammo della sua figura, ritenuta dagli inquirenti “personalità emergente nel panorama criminale dell’area nord di Napoli“. Il 39enne era stato fermato pochi giorni dopo l’agguato per alcuni tentativi di estorsione, con altri due complici.  Dalle indagini che hanno portato al suo arresto con l’accusa di essere il presunto killer dell’omicidio di Antimo Giarnieri, vittima innocente di camorra, sono emersi nuovi ed inquietanti dettagli. Il reale obiettivo del Russo era un altro soggetto fatalmente scambiato per l’incensurato Giarnieri, risultato estraneo a dinamiche delinquenziali.

Nel corso delle attività investigative, contestati al Russo ed a Ciro Sannino anche due episodi di natura estorsiva. Uno tentato e uno consumato, ai danni di due spacciatori del luogo che, per poter continuare nella loro illecita attività di spaccio, erano costretti a versare una quota imposta alla criminalità, altro elemento sintomatico della volontà di imporre un controllo capillare del territorio attraverso il racket sull’attività di spaccio. Si legge nell’informativa dei Carabinieri, la violenza e la ferocia mostrata da Tommaso Russo si palesa poi nella circostanza da cui risulta che il Russo, in uno degli episodi contestatigli, strappava parte del padiglione auricolare ad una vittima minacciandolo “di fare il bravo, perché ora ci siamo io e Totore O’Cane”. Nella seconda estorsione poi Russo Tommaso e Sannino Ciro si facevano consegnare la somma di 500 €. Si trattava della quota mensile imposta, ad un uomo ai domiciliari, ricorrendo anche a violenza fisica per costringerlo a consegnare il denaro. Il tutto dinanzi alla moglie della vittima, anch’essa aggredita brutalmente nel mentre cercava di reagire a difesa del marito.